giovedì 27 ottobre 2016

Conversazione al fronte: Intervista a Diego Fusaro

Continua il ciclo di interviste con chi non si piega ai dettami del pensiero nichilista-relativista e ha il coraggio di opporvisi, sguainando la spada del buon senso per ricordare che due più due fa quattro e che il colore delle foglie in estate è verde. Quindi, non potevamo non intervistare Diego Fusaro, un vero dissidente del politicamente corretto e “dell'economia finanziaria che uccide”. È filosofo, professore, curatore del celebre sito Filosofico.net, saggista: ha riletto e reinterpretato Marx, Gramsci, Gentile, Hegel. È stato allievo di un libero pensatore torinese Costanzo Preve, che ebbe anche il merito di schierarsi a favore di Benedetto XVI nel 2011, contro il fronte laicista guidato da Augias e da Flores d'Arcais, che verso il pontefice avevan lanciato un'offensiva violenta.

Gli abbiamo posto delle domande, su alcuni temi significativi, non si è sottratto alla sfida, offrendoci risposte non banali.


Professor Fusaro, a Tbilisi Papa Francesco è tornato ad attaccare il gender: “un grande nemico del matrimonio”. Quindi, dell'uomo e della donna. Cosa ne pensa, e per quale motivo tale ideologia è così distruttiva?

Penso faccia bene a fare queste critiche. Però, va anche detto che sono rimaste a metà, purtroppo. Perché in tale occasione il Pontefice non ha toccato il problema della mondializzazione capitalistica. Sì, il gender non può essere staccato dalla mondializzazione, essendone una conseguenza: non a caso, essa vuole individui unisex, senza spessore critico, senza tradizioni.

Il gender cancella l'importanza del sesso biologico e livella la fondamentale differenza tra uomo e donna. Ma non è che questa “chimera delle parità fra i sessi” è in realtà un escamotage per ottenere che le donne lavorino come se fossero uomini, per raddoppiare la forza lavoro dimezzando le retribuzioni?

Certo che sì. Perfino le femministe se ne sono accorte; una di loro, Nancy Fraser ha sviluppato questo tema, dimostrando che l'emancipazione oggi è una finzione, dato che è stata usata dal neoliberismo per piegare la donna alla servitù salariata, in nome del “libero mercato”. La donna così risulta più sfruttata dell'uomo.

Chi la sostiene e di conseguenza diffonde? La sua “fortuna” è forse legata ad una situazione che vede l'economia guidata più dal desiderio che dalla necessità? Ne consegue un'invasione della sfera sessuale, vero?

Certamente i due processi sono connessi. Come dicevo poc'anzi, la società mondialista ha bisogno di individui soli, unisex, senza radici e tradizione, che consumano: per riuscirvi opera affinché l'atto sessuale sia completamente disgiunto dall'atto procreativo e diventi puro godimento. In questo modo gli uomini divengono individui atomizzati che vivono solo per soddisfare le proprie esigenze. O così gli fa credere il capitalismo.

Caso Russia. Oggi il paese guidato da Putin dimostra di aver imparato la lezione di Solzenicyn: lotta al calo demografico, agli oligarchi, cura della tradizione spirituale del popolo russo. Non a caso la Russia è in prima linea nella lotta a ideologie totalitarie come il gender, l'abortismo. Che cosa ci dice a riguardo?

Direi che il caso Putin è molto interessante. Le sue radici non sono cristiane ma saldamente comuniste: in modo coerente con esse continua la lotta contro il capitalismo. Ha compreso, però, che per vincere occorre recuperare i valori spirituali.

Lo scenario geopolitico odierno è molto cambiato rispetto agli anni '70, nonostante il mondo continui ad essere diviso in due blocchi: da una parte il blocco dei valori mercatistici occidentali, dall'altra il blocco che ha come elemento fondamentale una cultura che raccoglie anche i valori spirituali. Putin sta lavorando affinché la Russia abbia un ruolo di primaria importanza nel secondo.

Come giudica il rapporto tra Europa e islam? Cosa dovrebbe fare la prima per non soccombere alla forte ideologia del secondo?

Direi prima di tutto di non cadere nel tranello "è in atto una guerra di religione tra islam e cristianesimo"; il mondo dell'economia capitalistica ha tutto l'interesse a far credere che sia così. In realtà, più che un attacco di una religione ad un'altra, è un attacco alla “religione”, da parte dell'economia finanziaria. Non può sopportare la presenza di valori, soprattutto se spirituali, che non siano mercatali, come il neoliberismo, il consumismo... È il nemico comune di cristianesimo e islam, contro il quale dovrebbero unirsi. Questa è un po' la prospettiva.

Due domande sul referendum costituzionale di dicembre.

Spesso ai sostenitori del sì piace usare l'argomento: "nel caso vincesse il no, si aprirebbe un periodo di crisi politica". Lei, che è un convinto sostenitore del No, che cosa direbbe a costoro?

Quando mai. La verità è che la vogliono i piani alti della politica e della finanza mondialista: il recente endorsement di Obama alla riforma del governo Renzi, le ingerenze di JP Morgan attorno ad essa confermano. Tutto questo rientra nella generale offensiva contro la sovranità gli stati nazionali, le loro costituzioni che proteggono chi lavora, il lavoro stesso, le religioni da un'economia di mercato violenta. Occorre respingere la distruzione della costituzione italiana.

Quindi le lobby finanziarie e le banche, favorevoli a governi con meno "ostacoli" istituzionali, si troverebbero avvantaggiate dalla riforma del governo?

È così. Prendiamo ad esempio la già citata JP Morgan, che “attraverso” l'ex ministro Tony Blair incontrò durante due cene – nel 2012 per decidere, nel 2014 per confermare le decisioni – Matteo Renzi per parlare di riforme. La JP Morgan è una società finanziaria con sede a New York, leader nei servizi finanziari globali. Il 28 maggio 2013 compose un documento di sedici pagine dal titolo significativo Aggiustamenti nell'area euro. Prendiamo in particolare pagina 12 e 13, perché qui si parla espressamente delle Costituzioni dei Paesi europei: “Quando la crisi è iniziata era diffusa l'idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei Paesi del Sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell'area europea”. Dunque, anche la Costituzione italiana va riformata, riducendo, se non togliendo, le tutele ai lavoratori, lo stato sociale, la possibilità di fare scioperi. La dignità dei lavoratori, delle persone rischia di essere disarticolata.





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