martedì 17 gennaio 2017

Cinematografo dell'alpino: Assassin's Creed: il meglio del peggio


Assassin’s Creed è un film del 2016, per la regia di Justin Kurzel. Il film riprende, in maniera non del tutto conforme, le tematiche della omonima saga videoludica di Ubisoft, e rappresenta, ad oggi, il miglior film mai tratto da un videogioco. Tuttavia questo non basta per giudicarlo un buon film.

La storia è simile a quella dei giochi: i Templari (la squadra che rappresenta il potere totalitario e che vuole sottomettere il libero arbitrio) si scontra da secoli, in tutte le epoche storiche, contro gli Assassini (la squadra che invece lotta per preservare il libero arbitrio). L’oggetto della lotta è il possesso dei cosiddetti “Frutti dell’Eden”, ovvero manufatti magici in grado di poter controllare la materia e le persone. Nel caso del film, viene ripresa la Mela, cioè l’oggetto che entrambe le fazioni vogliono possedere nei primi 3 giochi della saga.

Nel film, l’epoca storica che viene presa in considerazione è l’Inquisizione spagnola, con Torquemada nei panni del capo dei Templari. La saga videoludica ci ha abituato a vette di anticlericalismo non indifferenti (Chiesa Cattolica e Templari sono sempre pappa e ciccia, con questi ultimi che occupano ruoli apicali nella Chiesa. Basti pensare che l’ultima boss fight di AC 2 è una scazzottata con Alessandro VI sotto la Basilica di San Pietro) ma il regista non ha calcato troppo la mano da quel punto di vista, e meno male, perché avrebbe appesantito ulteriormente l’atmosfera, già troppo seria per il film che abbiamo davanti.

In tutta la saga, la storia del presente non è altro che un pretesto per vedere le gesta di un antenato del protagonista, che vengono rivissute tramite un apparecchio di simulazione VR detto Animus. Quindi il grosso dell’esperienza è sempre ambientato nel passato, tanto che per tutti il protagonista è sempre identificato con l’antenato di turno. E qui arrivano le note dolenti per il film: ci sono solo tre sessioni di Animus, troppo corte e che raccontano troppo poco. Tra l’altro, sono le migliori scene d’azione del film, per combattimenti, costumi dei personaggi e parkour.

Purtroppo, il grosso del film è ambientato nel presente, con dialoghi contorti che risultano difficili da seguire persino per chi ha più familiarità con il franchise. Per lo spettatore medio, la parte ambientata nel presente è semplicemente contorta e incomprensibile.

Parte della critica ha stroncato il film con l’etichetta di “Dan Brown con il parkour”, ma non è questo il problema. Infatti, nel momento in cui decidi di andare a vedere Assassin’s Creed, sai già che ti verranno offerti contenuti storici più simili a quelli di Giacobbo che a quelli di Piero Angela. La critica che si può fare, con ragione, è che siamo davanti all’ennesima occasione sprecata: si poteva fare molto meglio, visti il budget e il cast (Fassbender, Cotillard, Irons).

Nel finale, viene lasciata aperta la possibilità di un sequel. Speriamo che regista e sceneggiatori abbiano imparato dai propri errori e che correggano la rotta.





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